Le Fonti energetiche Rinnovabili, a differenza dei combustibili fossili e nucleari, possono essere considerate virtualmente inesauribili. Questo perché il loro ciclo di produzione, o riproduzione, ha tempi caratteristici al minimo comparabili con quelli del loro consumo da parte degli utenti.
Le Fonti Rinnovabili comprendono la fonte primaria dell'energia solare che investe il nostro pianeta e quelle energie che da essa derivano: Idraulica, Eolica, delle Biomasse, delle onde e delle correnti marine. Altra fonte primaria considerata rinnovabile è l'energia Geotermica, che trae origine da fenomeni interni alla crosta terrestre.
La peculiarità delle FER risiede nell’assenza o nel modesto impatto ambientale; infatti, nella maggioranza dei casi, si produce energia senza emissioni di alcun tipo. Quanto alle emissioni dalla combustione di biomasse, esse hanno un bilancio globale, in termini di CO2 , pressoché nullo.
Nelle proiezioni dell'International Energy Agency le fonti rinnovabili possono arrivare a soddisfare il 20% della domanda di elettricità mondiale al 2020, e il 50% di energia primaria nel 2050. Il binomio ricerca e sviluppo, la forte spinta industriale e la diffusione hanno consentito di realizzare progressi straordinari rendendo le tecnologie sempre più competitive e di aprire una vera e propria nuova fase nella produzione energetica mondiale che porti a sostituire le fonti fossili.
L'Italia è rimasta ai margini di questo scenario che sta aprendo prospettive pochi anni fa impensabili rispetto alle fonti energetiche pulite. Considerando la produzione energetica complessiva, le rinnovabili in Italia tra il 1990 e il 2002 sono passate dal 7,7% all'8,7%. Ma in realtà la quota di rinnovabili vere e proprie (escludendo il grande idroelettrico e i rifiuti, sulla cui definizione di "rinnovabilità" si è scagliata contro anche l'UE) è ferma al 4,6%.